Il marchio è una parte importantissima nella strategia di vendita e di lancio di un’attività perché è l’elemento con il quale viene identificata un’ impresa e ricordata dal grande pubblico. Esempi in tal senso sono numerosissimi, basti pensare a marchi come “Coca-Cola” o “Yahoo” e vedere che cosa rappresentano nel mondo e quanto valgono.
Un marchio, infatti, non solo accresce fin da subito l’immagine di chi lo adotta, ma è anche destinato ad aumentare il suo valore con il passare del tempo, mano a mano che viene reclamizzato e utilizzato. A differenza di quanto accade con i brevetti, il marchio ha una durata illimitata e deve essere rinnovato ogni 10 anni. Esso può consistere in un nome, in una o più parole (a esempio “coca-cola”) oppure in un nome con una grafica particolare (ad esempio coca-cola scritta in bianco su sfondo rosso con la “C” opportunamente modellata) o addirittura solo in un motivo grafico, in un suono, o in una particolare combinazione di colori.
Perché sia registrabile un marchio deve essere nuovo, ma si può tutelare in Italia anche un marchio che sia registrato solo all’estero (a differenza di quanto accade con i brevetti) purché non abbia una notorietà diffusa sul nostro territorio e la registrazione non avvenga in malafede. A seguito dell’entrata in vigore della nuova legge marchi (D. lgs. 4 Dicembre 1992 n. 480) anche un privato, e non solo un imprenditore, può registrare un marchio con l’unico avvertimento che lo stesso deve essere utilizzato direttamente o ceduto o dato in licenza entro 5 anni pena la decadenza.